6. Miti e cultura
6.1 Miti e cultura
Quando si è tentato di comprendere il senso delle mitologie qui parzialmente riferite, si è imposta l'impressione che ogni ciclo si muova liberamente, a partire da un chiaro terreno di origine, nelle culture da cui emerge. È un'impressione dovuta alla scarsezza e alla confusione di fonti provenienti da periodi e da contesti differenti, come pure dalla carenza di testimonianze e prove definitive del ruolo che i miti medesimi hanno avuto nella vita religiosa di ogni cultura. Nel sec. XX, tuttavia, il progresso dell'antropologia e lo studio di culture contemporanee fortemente legate alla tradizione ha consentito di gettare una certa luce sui rapporti fra gli antichi miti e le religioni antiche.
Una scuola, derivata dalla cosiddetta tradizione inglese dell'antropologia, legge il mito come una struttura generata per adempiere a una funzione esplicativa, sia che si tratti di spiegare la relazione fra un particolare sacrificio e la natura delle cose quale è istituita dagli dèi, o di giustificare il privilegio gerarchico dell'aristocrazia rispetto al popolo, come un fatto di istituzione divina. I miti servono così a fondare la nozione della natura e della società. La tradizione francese, che si richiama a Durkheim, dà un'importanza maggiore a una lettura del mito come espressione di un bisogno umano o sociale, e vede dunque la mitologia espressa da una specifica cultura come rappresentazione collettiva dell'universo da parte di quella particolare cultura. Piuttosto che spiegazione, il mito e il rituale cui normalmente esso è collegato diventano luoghi di affermazione della cultura e servono a mantenere l'unità della società che quella cultura esprime.
Tra questi orientamenti estranei esiste un'ampia gamma di opinioni, e in opere recenti si sono avute proposte teoriche nuove, tese a indicare le vie attraverso le quali l'articolazione e la divisione dell'universo rappresentate nel mito sono spiegazione e allo stesso tempo simbolo della relazione della cultura con il mondo che la contiene e delle interrelazioni personali all'interno di quella cultura. Così per esempio nei contributi di M. Douglas (Simboli naturali, 1970), C. Geertz (L'interpretazione delle culture, 1973), J. Skorupski (Simbolo e teoria, 1976) e altri.
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