5.5 Mitologia nordica (germanica e scandinava)
Dopo il 1000 a.C. versioni diverse della lingua indoeuropea venivano parlate nella maggior parte delle culture sviluppatesi in Europa. Dalla metà del I millennio a.C. svariate tribù germaniche si stabilirono nella Scandinavia meridionale e nella Germania settentrionale; la loro espansione e migrazione dal sec. II a.C. in là sono registrate nella storia. La mitologia scandinava e quella germanica hanno origine e struttura comune, e le tratteremo quindi insieme.
Se si eccettuano le osservazioni compiute da Giulio Cesare e da Tacito, storici romani, tutte le fonti per la mitologia scandinava e germanica sono tarde e cristiane. Il corpo principale di quelle tradizioni è contenuto nell'Edda di Snorri Sturluson, uno storico islandese che viene considerato il più accurato raccoglitore, redattore e interprete delle fonti religiose e mitologiche dell'antica religione norvegese.
Solo Snorri ci riporta il mito della creazione, raggruppando un certo numero di fonti in una forma di una certa coerenza. Al principio c'era un grande vuoto (Ginnungagup). Prima che la Terra venisse formata, esisteva il mondo della morte, e in questo mondo (Niflheim) c'era una grande sorgente da cui fluivano 11 fiumi. A sud di Niflheim si stendeva un mondo caldissimo (Muspell), sorvegliato da un gigante chiamato Sutr ("il nero"). I fiumi di Niflheim gelarono e, gelando, occuparono Ginnungagup. Scintille scaturite da Muspell caddero però nei fiumi e vi si mescolarono: da questa mescolanza scaturì Ymir, il gigante, e dal sudore di Ymir si forgiarono altri giganti, maschi e femmine.
Una versione diversa racconta che le gocce di quella mescolanza presero la forma della mucca primordiale, Adumbla, che nutrì Ymir con il suo latte. Inoltre, la mucca, leccando i blocchi salati di ghiaccio, ne forgiò il primo uomo, di nome Buri. Buri ha un figlio, Bor, che sposa Bestla, figlia del gigante Bilthorr: i figli nati da quest'unione sono gli dèi Odino, Vili e Ve. Odino e i suoi fratelli uccidono Ymir e dal suo corpo fanno la terra.
Gli dèi donano a tre tronchi d'albero le qualità di intelligenza, respiro, udito, visione ecc., e questi tronchi sono gli archetipi della razza umana: l'uomo è Askr (un ramo di frassino) e la donna Embla (un rampicante). Edificano in seguito Asgard, la sede degli dèi. Snorri descrive in altre redazioni come un grande albero, Yggdrasil, l'albero del fato, sorga al centro del mondo, là dove sgorga anche la sorgente del fato, che è di forma femminile: e in questo sacro luogo si decide il corso della vita umana. In talune versioni, intorno a Yggdrasil si tiene il concilio degli dèi. L'albero è sostenuto da tre radici: una penetra nel mondo degli inferi (Hel), un'altra nel mondo dei giganti gelati, l'ultima nel mondo degli esseri umani. Il benessere del mondo intero dipende dall'albero primordiale, Yggdrasil.
Le divinità norvegesi si distinguono in due gruppi maggiori, gli Aesir e i Vanir. I più importanti fra gli Aesir sono Odino, Thor e, talvolta, Tyr. Le loro controparti fra i Vanir sono Njord, Frei e Freya. I Vanir raffigurano la ricchezza, la fertilità e la fecondità, e sono associati con la terra e il mare. Gli Aesir simboleggiano invece altri valori: Odino è un mago, capo fra gli dei e patrono degli eroi; Thor, dio del martello, è la divinità atmosferica del tuono, e presiede al lavoro. In molti cicli mitologici norvegesi questi due generi di divinità vivono in pace e si impegnano in imprese collettive; tuttavia, alcune versioni diverse e rilevanti riferiscono che in un lontano passato una feroce guerra era stata combattuta fra gli Aesir e i Vanir. Alcuni studiosi hanno interpretato quella guerra come riflesso dell'incontro storico fra i popoli germanici e le culture indigene, anche se Georges Dumézil e Jean de Vries ritengono che la guerra e la divisione fra gli dèi siano essenziali alla struttura unitaria della mitologia indoeuropea. La triade familiare è formata da Odino e Thor, che condividono le funzioni di magico legislatore; Tyr, il dio guerriero; e i Vanir, i produttori che, nella gerarchia, rappresentano i dominati e i sottomessi.
Nei cicli norvegesi il conflitto fra gli dèi comincia quando Odino e Thor, il maggiore degli dèi, rifiutano ai Vanir la pienezza della condizione divina. I Vanir attirano allora gli Aesir in un tranello, inviando loro una donna, Gullveig (bevanda dorata, bevitrice dorata), che li corrompe. Scoppia dunque la guerra. Dopo che ambedue i fronti sono esausti, ogni parte scambia membri del suo gruppo con quelli dell'altro: i Vanir mandano Njord e suo figlio Frey, gli Aesir inviano Mimir e Hoenir. L'armistizio è celebrato in un convegno durante il quale tutti gli dèi sputano in un recipiente, creando così il gigante che ha il nome di Kvasir, segno di pace e di armonia. Kvasir viene più tardi immolato e dal suo sangue viene ottenuta una bevanda più potente per gli dèi: Kvasir è dunque la bevanda che inebria le divinità e ispira i poeti.
Un importante episodio della mitologia coinvolge gli dèi Balder e Loki. Balder - uno dei figli di Odino, che appare come l'essenza stessa dell'intelligenza, della pietà e della saggezza - tiene corte in un palazzo nei cieli detto Glitnir. Dèi e uomini si recano da lui per dirimere dispute legali, poiché i suoi giudizi sono conciliatori e prudenti. Loki è un gigante, Aesir per adozione, che ha contrattato con Odino un voto di amicizia reciproca.
Balder fa un sogno molto inquietante in cui la sua vita appare minacciata. Riferito il suo sogno agli Aesir, sua madre Frigg ottiene dal fuoco e dall'acqua, da tutti i metalli, da uccelli e animali terrestri, da terra e pietre il giuramento che essi non faranno del male a Balder. Dopo di ciò, gli Aesir cominciano a giocare mettendo in mezzo Balder e gettandogli dardi e pietre: per via del giuramento, Balder resta illeso. Quando Loki assiste a questo fenomeno, si traveste da donna e chiede a Frigg perché Balder non venga ferito: Frigg gli dice del giuramento e gli rivela anche l'unica forma in natura dalla quale non l'ha ottenuto, il vischio. Loki porta immediatamente il vischio all'assemblea degli Aesir e l'offre al dio cieco Hoder, fratello di Balder, perché possa anche lui partecipare al gioco: quando il vischio colpisce Balder, questi cade morto. Gli Aesir vogliono vendicarsi di colui che ha perpetrato il crimine, ma non possono violare la sacralità del luogo.
Balder non è un guerriero e non muore in battaglia: per questo motivo non può entrare nel Walhalla, la sede degli eroi uccisi, ma va nel dominio di Hel, il dio dei morti. Quando Odino ne richiede il rilascio, Hel risponde che se ogni cosa sulla terra, morta o vivente, piangerà per Balder, allora questi potrà ritornare dagli Aesir. Gli Aesir inviano messaggeri attraverso il mondo per chiedere che tutta la natura, umanità, dèi e bestie piangano per Balder: tutti rispondono positivamente, salvo una gigantessa, Thokk (Loki travestito), il cui rifiuto a piangere obbliga Balder a restare nel regno di Hel.
Infine gli Aesir riescono a catturare Loki e a incatenarlo per impedirgli di compiere nuovi malefici trucchi. Secondo una predizione, però, egli un giorno romperà le sue catene e questo segnerà l'inizio per liberarsi di tutti i mali, mostri e giganti, che attaccheranno gli dèi nella grande battaglia di Ragnarok, il tramonto degli dèi. Odino sarà divorato dal lupo Fenrir, che verrà a sua volta ucciso da Vidar, figlio di Odino. Terribili scontri devasteranno sia il popolo degli dèi sia le forze del male, finché il dio primevo Heimdall e Loki non si scontreranno frontalmente, uccidendosi l'un l'altro. La terra sarà allora distrutta dal fuoco e l'intero universo franerà nel mare. Questa distruzione finale sarà seguita da una rinascita, e la Terra riemergerà dalle acque, verde e ricca di vegetazione. I figli dei morti Aesir torneranno a regnare su Asgard, come già i loro padri.
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