3.4 Miti del rinnovamento e della rinascita
Mentre le società moderne concepiscono il tempo come un processo lineare che si muove in maniera uniforme e ininterrotta nella direzione di un nuovo e infinito futuro, nelle società primitive e tradizionali il tempo veniva inteso e percepito come un ritmo ciclico, che attraverso un certo numero di intervalli concludeva una fase e ricominciava il suo corso. Questo tipo di percezione del tempo non era racchiusa in formule astratte, ma andava a costituire un'intelligenza sacralizzata del processo temporale. A intervalli prefissati, nel corso di questo processo avevano luogo rituali diversi e forme di drammatizzazione intese a esprimere la sacrale struttura del tempo.
L'ordine posto a fondamento di una tale nozione del tempo era quello medesimo legato all'idea di una creazione del mondo. Il mito della creazione racconta infatti come gli dèi, con la loro irruzione e il loro grande potere creatore, abbiano dato vita al mondo della natura. Tale potere creatore può essere però inteso come qualcosa che diminuisce o si ripresenta più forte grazie alle azioni di esseri umani e divini: esso ha perciò bisogno di essere rinnovato, e tale rinnovamento ha luogo alla fine di un ciclo, quando la società nel suo insieme sperimenta nuovamente quel primo atto creatore. Durante il rituale che riproduce la creazione tutte le regole e le convenzioni della società sono abolite: la creazione originaria coincide con il caos energetico da cui riemergono le regole e le istituzioni atte a ristabilire un ordine sociale appropriato.
Theodor H. Gaster ha segnalato due movimenti basilari nei rituali di questo genere. Il primo è il rituale di kénosis, o di svuotamento, consunzione; l'altro è il rituale di plérosis, o del riempimento, del ricolmare. I rituali del kénosis raffigurano la sottrazione di significato dal tempo, quando si approssima la fine di un ciclo: l'indebolirsi del tempo in una simile contingenza produce effetti nocivi e di separazione, e così la risposta appropriata sta in una forma di comportamento ascetico, accompagnato da sacrifici e da austerità (ascesi). Nei rituali di plérosis il riempirsi di significato del tempo, il suo ricominciare, si rappresentano nei drammi dell'eccesso e della sovrabbondanza di potenza, e ruoli drammatici ben determinati imitano in questo genere di rituali il potere delle divinità che promuovono il rinnovarsi del tempo cosmico. L'interpenetrarsi dell'imitazione umana e delle cooperazioni con le profondità mitiche crea la drammaticità caratteristica dei rituali. Riti di questo tipo erano comuni tra gli abitanti della Mesopotamia, gli Egizi, i Greci arcaici e in quasi tutte le società tradizionali nella fase dell'agricoltura. Vestigia di nozioni ritualizzate del mondo sono sopravvissute in varie tradizioni folcloristiche, nelle strutture dei generi letterari, nel dramma e nel teatro.
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